Recensione di Lillo Alaimo Di Loro
Un nuovo abbecedario per imparare il valore dell’ascolto e i segreti degli alberi di Lillo Alaimo Di Loro
Ho letto con interesse l’ultimo libro di Giuseppe Maurizio piscopo, “La Vita è un alfabeto”, Navarra Editore – 2023, un libro insolito, un abbecedario particolare e prezioso che procede controcorrente dentro la “comunicazione della distrazione” di cui è ormai pervasa la società contemporanea. Maurizio Piscopo, con la sua squisita libertà intellettuale, percepisce l’urgente necessità di rivitalizzare la coscienza umana fortemente degradata dalla abbondanza perniciosa di nuovi fuorvianti disvalori.
Un pericoloso battaglione di accattivanti tentazioni di svago e “finte libertà” che finiscono per confondere anche il percorso formativo dei fanciulli, proprio nel periodo più fertile della loro esperienza di crescita umana. Dal libro trapela anche la consapevolezza del mondo degli adulti, specchio opaco dei nuovi valori della società contemporanea che troppo frettolosamente sembra avere sostituito il sociale con il “social”, la solidarietà con la competizione, la certezza dei diritti e del futuro con la precarietà istituzionale. Un contesto in cui anche la scuola, come istituzione per la formazione etica e morale, mostra elementi dì fragilità e decomposizione sociale.
Dalle pretestuosamente risolutive abilità digitali al tacito mandato di unico delegato all’educazione delle nuove generazioni, cui la nuova famiglia, forgiata al fuoco dell’apparire, sembra talvolta volersi sottrarre. Un contesto di costernata rassegnazione, riflesso della forma più compiuta di sempre della società dei consumi, Maurizio Piscopo, sembra ribellarsi con un sussulto di orgoglio. Lo fa nella forma più efficace possibile: affidando all’alfabeto la missione di rigenerare lo spirito critico e il senso di umanità dei giovani.
Confezionando 26 piccole perle di umano sentire che riportano l’attenzione ad altrettanti aspetti della vita quotidiana. Come a ricucire, tassello dopo tassello, pietra dopo pietra, tutte le fratture del lacerato muro dell’umanità. Un’operazione di rigenerazione educative e umana, per certi versi avvicinabile all’opera di Edmondo De Amicis, al suo libro cuore con cui contribuire a ricreare lo spirito dì solidarietà nazionale provato dalle vicissitudini del controverso processo unitario italiano e la necessità di una nuova identità nazionale:” ispirare ai giovani cittadini del Regno le virtù civili”.
Non a caso “la vita è un alfabeto” è un libro dedicato soprattutto all’ascolto. “A come ascolto” è il racconto che fa da capofila agli altri 26, parla della radio, il primo dei grandi mezzi moderni di comunicazione di massa che “dopo la mezzanotte con questa radio si possono captare le stazioni di molti Paesi del mondo, .. “ . L’ode alla radio, la rivoluzionaria innovazione nel modo di comunicare che ha avuto il merito di unire popoli lontani e di diffondere notizie e cultura. Un cammino, quello del libro, che si conclude con la “Z di Generation” , dove il percorso iniziato negli anni 20 del 900 con la nascita della radio a valvole, giunge ai nostri giorni, con l’avvento dei social e delle grandi piattaforme telematiche, dei video games. L’”alfa”, la radio, le prime trasmissioni radiofoniche, la musica classica che trova spazio nell’etere per trasmettere emozioni al grande pubblico.
Le prime redazioni radiofoniche e i bollettini di guerra nei periodi bellici, “Radio Londra” e analoghe esperienze della resistenza a tutti i fascismi, le “radio libere”, per poi ad approdare all’avvento di internet e della comunicazione “fai da te” dei social forum. L’autore con questi due brevi racconti sembra ripercorrere tutto il percorso evolutivo del modo di comunicare come strumento di confronto e contraddittorio continuo tra punti di vista e relazioni intergenerazionali, rimarcando con evidente amarezza quanto al progressivo aumento della disponibilità dei mezzi di comunicazione corrisponda una progressiva e sostanziale riduzione comunicazione stessa. Ma ciò che più di ogni cosa rappresenta la sintesi del libro lo troviamo in “O, come occhio – i segreti degli alberi”.
Quando alla domanda “gli alberi sono gli occhi del mondo, quali sono i loro segreti?, risulta eloquente tra le tante risposte quelle di una nonna che rivolta al nipotino scolaretto dice: “ “gli alberi della vostra scuola conoscono i nomi di tutti i bambini e conoscono anche il vostro carattere. Sanno quanto siete felici, quando siete tristi e litigate” e aggiunge “Quando siete tristi, abbracciate un albero e confidatevi con lui, proverete una sensazione di pace e di libertà”.
Il nostro paese è un bosco che sta bruciando lentamente, dice l’autore. In senso reale e in senso figurato. Ogni anno i nostri boschi, le aree forestali e le aree naturali sono percorse da rovinosi incendi che creano distruzione ambientale, dissesto idro geologico, riduzione generale della biodiversità. Incendi che solo per una trascurabile parte sono dovuti a causa naturale, essendo per la maggiore parte di origine dolosa, testimonianza del generale divorzio tra uomo a natura. Quella perdita generale del senso di appartenenza alla terra, diventato un ennesimo immenso oggetto di consumo da utilizzare in modo lineare. Cioè finito.
Produciamo scarti che ci portano – dice l’autore – “ ogni anno ad immettere veleni nell’acqua, nell’aria e nel terreno”. L’invito del maestro Piscopo e quello di una rivisitazione del nostro modello di vita secondo una visione circolare delle scelte e delle azioni. Il tempo da dedicare all’ascolto delle ragioni degli altri, l’armonia della musica, il valore della solidarietà tra gli uomini secondo un modello che parta dalla concretezza delle cose della terra, il palcoscenico immenso dei cambiamenti e del divenire. Un sistema complessissimo e ricco di risorse e di vita che può fornire risorse non illimitate ma più che bastevoli ai bisogni reali di tutta l’umanità. Il libro ci insegna soprattutto il valore della verità e l’importanza della consapevolezza come rivoluzionario strumento di cambiamento. Don Milani, dice l’autore nel suo pensiero finale, ci ha insegnato che l’ubbidienza non è una virtù. Che quindi bisogna rigettare ogni tentazione di pensiero unico e lasciare fiorire in ciascuno di noi il desiderio di verità, la propensione all’ascolto e il senso di umanità.
Come Martin Luther King anche Maurizio Giuseppe Piscopo, o come lui ironicamente si definisce: “maestro di scuola laureato all’accademia della barba” di Palermo, dichiara – di avere un sogno: vorrei che la società mettesse l’infanzia al primo posto. Un sogno che non possiamo che condividere in pieno. Con tutta l’anima.
Nota aggiuntiva
La vita è un alfabeto è arricchito dalle splendide illustrazioni di Tiziana Viola-Massa che parlano al cuore dei bambini e ci fanno ritornare indietro nel tempo e da una pregevole prefazione del critico letterario Salvatore Ferlita che ha fatto un viaggio storico e antropologico sulle origini dell’alfabeto.
Biografia dell’autore
Giuseppe Maurizio Piscopo (Favara 1953), maestro elementare, compositore e musicista, ha collaborato con Radio Rai Sicilia e attualmente scrive per diverse testate, tra le quali Ripost, Sicilia On Press e Malgrado Tutto. Ha pubblicato tra l’altro Musica dai saloni (Casa Museo Palazzolo Acreide, 2008), Merica Merica, viaggio verso il nuovo mondo con Salvatore Ferlita e le foto di Angelo Pitrone (Sciascia Editore, 2015), La maestra portava carbone con Salvatore Ferlita ( Torri del vento), 2018, Il vecchio che rubava i bambini finalista al Premio Racalmare (Aulino Editore, 2019), Raccontare Sciascia con Angelo Campanella (Navarra Editore) 2021,Vitti ‘Na Crozza La storia e la musica dei fratelli Li Causi (Lilit Books), 2021.
Autore Giuseppe Maurizio Piscopo – Navarra Editore
Racalmuto – 12 luglio 2023
Lillo Alaimo Di Loro