Italia Bio contraria alla possibilità di sperimentarli in campo prevista dall’emendamento al DL Siccità
Lillo Alaimo Di Loro: la buona agricoltura è l’anima del territorio e deve rimanere libera da OGM
Il Governo approva l’emendamento al Dl Siccità per la sperimentazione sul campo delle tecniche di evoluzione assistita (TEA), sostenendo che tutelano la produttività e la sostenibilità del settore agricolo.
Italia Bio non ci sta e ritiene piuttosto che si tratti di uno stratagemma volto a favorire nel medio periodo l’introduzione degli OGM sui campi e le tavole degli italiani che in più occasioni si sono detti contrari, anche in virtù del principio di precauzione. Inoltre, il principio del miglioramento genetico, attuato mediante la manipolazione spinta del DNA, spingerebbe ulteriormente il sistema agricolo rurale verso una dimensione iper-tecnologica e industrialista che nulla ha a che fare con il sistema rurale Italia e che certamente contribuirà allo spopolamento delle campagne e dei territori rurali. Per Italia Bio, le aspettative poste sulle Tea di consentire “l’utilizzo di geni delle piante più resistenti alla siccità e alle condizioni metereologiche per migliorare le performance in campo agricolo”, sono palesemente sovrastimate. L’agricoltura è una cosa seria – sostiene Italia Bio – e va lasciata alle mani dei contadini e alla cultura del territorio”.
“Che si chiamino Ogm o Tea il rischio rimane altissimo ed è sempre lo stesso: assoggettare ancora di più l’agricoltura in genere e quella biologica in particolare, alle dinamiche delle speculazioni sulle proprietà intellettuali (diritti di uso e registrazioni varietali) – afferma Lillo Alaimo Di Loro, presidente di Italia Bio – Non dimentichiamo che maggiore sarà la dipendenza o il ricorso ai mezzi di produzione iper-tecnologici, più alti saranno il rischio e l’incidenza dello spopolamento dei territori rurali. Non solo. Sia per gli Ogm classici, sia per le Tecniche di evoluzione assistita (Tea) a fare da padrone saranno le società internazionali di ricerca e i grossi potentati dei mezzi tecnici che, sino a prova contraria, non risiedono nelle aree rurali di eccellenza italiane.
La nostra idea di agricoltura biologica fa riferimento al sistema ecologico Italia, del quale l’azienda è uno degli elementi integrati all’ecosistema territoriale. Gli agricoltori biologici e tradizionali sono i “cavalieri” che, come efficienti sentinelle, vigilano su tutte le variabili antropiche dei sistemi produttivi in modo che assecondino i naturali processi evolutivi del territorio. I nostri agricoltori sono presidio dei territori e, con la loro presenza quotidiana, implementano la biodiversità, naturale e coltivata, migliorando l’efficienza dei sistemi e la sicurezza degli assetti idrogeologici. Il problema dell’agricoltura di oggi, infatti, è proprio questo: l’eccessiva dipendenza dai mezzi di produzione che, insieme con la globalizzazione dei mercati, genera dei prezzi di produzione troppo distanti da quello etico e dal reale valore del prodotto agricolo”. La rete biologica italiana e la buona agricoltura sono l’anima del territorio, per questo devono rimanere libere da OGM ed in ogni loro ingannevole imitazione.
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